Vincenzo Tiberio era un medico di origini molisane, di stanza a Napoli per ragioni di studio. Egli ha anticipato di ben 35 anni la scoperta della penicillina ( scoperta attribuita al premio Nobel, Alexander Fleming, ed isolata nel 1928 ). Se solo avesse avuto l’opportunità di un appoggio maggiore da parte della comunità scientifica, oggi avremmo potuto vantare la nazionalità del padre degli antibiotici!

Spostatosi ad Arzano vicino Napoli ( potendo risiedere da uno zio) per proseguire gli studi universitari, Tiberio si dimostrò subito un giovane rampante e dall’acume sottile.

Il pozzo di Arzano e gli studi

Targa presente tutt’oggi ad Arzano nella casa dove risiedeva Tiberio e dove c’è ancora il pozzo

La nipote infatti racconta che il nonno, allora ventiseienne, aveva notato che gli abitanti della casa andavano incontro a infezioni intestinali ogni volta che il pozzo, cui si attingeva anche per bere, veniva ripulito dalle muffe, mentre si ristabilivano quando le muffe ricomparivano sui suoi bordi. Da qui uno stralcio della sua pubblicazione, lavoro del gennaio del 1895, pubblicato sulla rivista “Annali d’Igiene sperimentale”, con il titolo “Sugli estratti di alcune muffe”. In questo lavoro egli individuò per la prima volta il potere battericida di alcune particolari muffe scrivendo:

 《Le proprietà di queste muffe sono di forte ostacolo per la vita e per la propagazione dei batteri patogeni》
(Vincenzo Tiberio, 1895)

Tiberio riuscì a dimostrare come l’azione terapeutica delle muffe fosse legata ad alcune sostanze presenti in esse, dotate di azione battericida e chemotattica. Descrisse i metodi e le procedure utilizzate, i tipi di batteri utilizzati, il metodo di preparazione del terreno di coltura e di prelevamento del liquido dalle piastre, le caratteristiche chimiche ed organolettiche del liquido e le tecniche di studio. Insomma tutto ciò che avrebbe potuto portare alla scoperta scientifica più importante in ambito medico-scientifico. Tiberio sperimentò inoltre, con buoni risultati, l’azione battericida degli estratti acquosi delle colture sia in vivo, su cavie e conigli, sia in coltura su stafilococco, sul batterio del tifo, carbonchio e colera.  Il problema fu che la sua scoperta non venne presa troppo sul serio dalla comunità scientifica italiana, e Tiberio decise così di arruolarsi come medico di Marina e proseguire carriera e studi scientifici sotto le armi.

Tiberio e Fleming

Fleming scoprì la penicillina per puro caso. Infatti, di ritorno da una vacanza, egli notò che in alcune piastre messe in coltura e che aveva lasciato in laboratorio, si era formato un alone bianco intorno ad una muffa, segno evidente che i batteri in quella zona non erano cresciuti. Al contrario del rinomato scienziato britannico, Tiberio completò l’intero ciclo sperimentale dall’osservazione, alla verifica dell’ipotesi iniziale, fino alla preparazione delle sostanza antibiotica.